Il Castello di Ladyhawke
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Il Castello di Ladyhawke
Rocca Calascio si trova in provincia de L’Aquila, in Abruzzo, all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti alla Laga. Con la sua altitudine di 1460 metri sul livello del mare, è uno dei castelli più elevati d’Europa.
La Storia
La prima edificazione del Castello di Rocca Calascio viene fatta risalire tradizionalmente a Ruggero II d’Altavilla, che volle la costruzione di questa fortificazione dopo la conquista normanna.
Con il Medioevo la fortezza assunse un forte interesse strategico e militare, facendo infatti parte di un imponente sistema difensivo di avvistamento, che si estendeva dagli Appennini al mare Adriatico e serviva a monitorare questo territorio, da sempre vittima di invasioni.
Nel 1380 la torre originale di Rocca Calascio, risalente al XI secolo, apparve per la prima volta in una carta catastale come torre di avvistamento isolata a scopo difensivo.
Nel XIII, la torre, che era in grave stato di degrado a causa di terremoti e attacchi, fu ricostruita nella zona superiore al margine di pietra, e fu fortificata con una cinta a tronco di piramide con torri angolari a scarpa. Durante il Medioevo, attorno alla torre si sviluppò il borgo di Rocca Calascio. Esso fece parte – con Calascio, Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio e Santo Stefano di Sessanio – della celebre baronia di Carapelle.
Fu Ferdinando I di Napoli che, sul finire del XV secolo, decise di concedere la proprietà del complesso ad Antonio Todeschini, membro della famiglia Piccolomini Todeschini, che nel 1480 commissionò l’adattamento della fortificazione alle armi da fuoco, portandola alla forma attuale.
Il terremoto
I terremoti del 1349 e 1461 danneggiarono la Torre e distrussero quasi interamente il borgo adiacente. Dal 1480 con Antonio Piccolomini iniziò la ricostruzione con la nuova cinta muraria estesa fino all’attuale parcheggio, fu ricostruita solo la parte bassa del borgo medievale, mentre giova ricordare che l’attuale abitato di Calascio è sempre stato distinto dalla Rocca e con una storia propria.
Durante la sua dominazione la torre fortificata smise però di avere una funzione militare ed entrò nella fase del suo declino. Sotto la dominazione aragonese venne istituita la Dogana della mena delle pecore in Puglia, che diede nuova linfa all’economia della zona. La pastorizia e le attività a essa legate diventarono quindi la principale fonte di reddito del borgo, del castello e dell’area circostante, tanto che nel 1470 i paesi della baronia possedevano oltre 90.000 pecore; la zona diventò inoltre un fulcro della produzione e del commercio della lana. Proprio in questo periodo, si sviluppò ancora di più il piccolo borgo sottostante, anch’esso fortificato. Nel 1579 il borgo e il castello vennero acquistati dalla famiglia fiorentina dei Medici per 106.000 ducati grazie all’accordo di vendita tra Costanza Piccolomini e Francesco I de’ Medici, granduca di Toscana.
Nei decenni seguenti, dopo il passaggio alla dominazione borbonica nel 1734, anche l’intero abitato della Rocca iniziò il suo declino e fu progressivamente abbandonato, fino a risultare completamente disabitato nel 1957.
A partire dagli anni ’80 del XX secolo il castello è stato sottoposto a lavori di restauro e consolidamento e alcune abitazioni del borgo medievale sono state recuperate e convertite a strutture ricettive. Rocca Calascio e il suo castello sono così diventati una delle principali mete turistiche dell’Abruzzo aquilano. Ciò nonostante il castello ed il borgo sono tuttora semi spopolati.
Fonte: Wikipedia